26/06/2023

5 TENDENZE BEAUTY

Vi presentiamo 5 tendenze beauty degli ultimi anni, cavalcate da tutti i brand. Vedremo qual è il loro nobile fine e quali problematiche promettono di risolvere per il pianeta.

LAB GROWN: la biotecnologia al servizio della bellezza e che fa bene al pianeta

Il fitocomplesso o alcune molecole ricavabili dalle piante hanno proprietà cosmetiche interessanti, e rappresentano dei veri e propri principi attivi per la nostra pelle. tuttavia, ricavare queste molecole da piante in natura rappresenta un problema per certi versi e una criticità. Perchè?

Potrebbe trattarsi di piante in via di estinzione, o con crescita lenta, o piuttosto rare, per cui non risultano accessibili e sempre disponibili. Con l'aiuto della biotecnologia , si possono però produrre le singole molecole di interesse a partire dalle cellule di queste piante, in modo che il materiale vegetale venga impiegato una sola volta per poi avviare una coltura cellulare grazie all'impiego di microorganismi: si va a creare quindi un vero e proprio "impianto" di produzione che fornisce un materiale stabile, omogeneo, e completamente controllato e sempre disponibile in quanto completamente indipendente dalla stagione o dalle condizioni meteorologiche.

Tutto questo nel rispetto dell'ecosistema e biodiversità, con un notevole risparmio di acqua (una coltura di cellule utilizza solo il 10% dell'acqua necessaria ad un campo), e l'ambiente protetto fa si che non sia necessario l'utilizzo di pesticidi o altre sostanze potenzialmente dannose.

Upcycled beauty

Gli ingredienti cosmetici più ricercati oggi sono quelli che provengono dalle risorse della Terra, in particolare da quelli che diversamente sarebbero "scarti" o rifiuti e che invece acquistano nuova vita. Il concetto del "ritorno in vita" applicato anche alle formule e non solo al packaging.

Questi ingredienti di tendenza provengono soprattutto dai campi, dagli orti e dai frutteti con una contaminazione sempre più forte tra alimentazione e cosmetica.

Il termine upcycling venne coniato nel 1994 da un ingegnere meccanico tedesco, Reiner Pilz che, in un’intervista parla del riciclo dicendo: “Il riciclo io lo chiamo down-cycling. Quello che ci serve è l’up-cycling, grazie al quale ai vecchi prodotti viene dato un valore maggiore, e non minore”.

L’upcycling sarebbe quindi molto diverso dal re-cycling, il riciclo, il cui obiettivo a volte è quello di far tornare un oggetto alla stessa funzione, a volte quello di trasformarsi perdendo valore. Upcycling, invece, significa riutilizzare per creare un prodotto di maggiore qualità, reale o percepita. 

I territori esplorati per ricavare questi ingredienti sono quelli delle farm, cioè le fattorie, o dell’orto o del frutteto. Di cosa si tratta? soprattutto di composti vegetali, ricavati da bucce e scarti di frutta e verdura, o da sottoprodotti di lavorazioni in campo alimentare: laddove un tempo i residui di lavorazione erano solo dei rifiuti, con nessun valore economico e rappresentavano un costo per le aziende, adesso rinascono sotto forma di attivi cosmetici, texturizzanti o gelificanti acquistando valore e risolvendo il problema dello smaltimento.

Agricoltura rigenerativa

L'agricoltura rigenerativa è un modo per passare da quella forma di agricoltura estrattiva, riduttiva e distruttiva e verso una sorta di equilibrio dei nutrienti, bilanciando molteplici forme di vita simbiotiche per creare piuttosto che distruggere ecosistemi.

Il cibo (o i prodotti tessili o forestali) viene coltivato in un modo che invece di estrarre semplicemente nutrienti e vita dal suolo, in realtà costruisce materia e vita nel suolo. 

L'agricoltura rigenerativa è un sistema di produzione di cibo, piante e biomassa che si concentra sulla costruzione di biodiversità funzionale e salute del suolo per produrre rese costanti senza fare affidamento su input sintetici (erbicidi, pesticidi e fertilizzanti chimici). Nonostante il crescente interesse per l'agricoltura rigenerativa, non esiste una definizione "ufficiale" centralizzata perché l'agricoltura rigenerativa non è uno stato statico. 

Piuttosto, l'agricoltura rigenerativa è un viaggio che implica un cambiamento radicale delle nostre prospettive sulla natura e sull'agricoltura – in breve, un cambiamento nella nostra mentalità, e i suoi benefici sono apparentemente infiniti, compreso il miglioramento della biodiversità, della resilienza e della salute ambientale.

Cosmetici solidi

I cosmetici solidi ricordano un po’ le "saponette" e i prodotti usati un tempo, ma rappresentano sicuramente un’innovazione per quanto riguarda l’utilizzo e anche da altri punti di vista, come e più evidente fra tutti il risparmio negli imballi inquinanti.

Differiscono molto però dalle saponette perché formulati in maniera diversa (non tramite saponificazione) e perché rispondono a diverse esigenze, non solo quella della detergenza: infatti si trovano anche balsamo per capelli, burri per il corpo, dentifrici, deodoranti, creme per il pre e dopo rasatura della barba, deodoranti.
 
Spesso le formule sono “green” non solo nell’imballo (senza plastica), ma anche nella lista degli ingredienti contenuti.

I primi prodotti lanciati in formato solido sono stati gli "shampoo" e in effetti sono quelli più conosciuti e quelli più apprezzati. Il mercato sembra in espansione e sembra voler cavalcare l’onda di entusiasmo verso questa categoria di cosmetici: dai piccoli laboratori artigianali ai colossi della cosmetica, le proposte sono davvero numerose.

Vantaggi ambientali


I vantaggi di un cosmetico solido non si esauriscono nel packaging, ma affrontano anche il tema di un minor spreco di acqua nella loro produzione (i cosmetici tradizionali sono formulati con una percentuale molto alta di acqua, acqua che soprattutto in fase di produzione viene sprecata).
Sono anche pratici da usare e leggeri da trasportare (pensiamo al fatto che non avendo la 5 di acqua contenuta nei cosmetici tradizionali, il peso è molto minore e l'impatto ambientale dei trasporti di conseguenza è minore.

C'è un però..

I cosmetici solidi rappresentano quindi futuro? la soluzione su cui puntare per avere un prodotto più pratico, leggero da trasportare e più ecologico nel pack. Per loro natura, non contenendo acqua ed essendo spesso formulati con tensioattivi più aggressivi, i detergenti tendono ad essere più irritanti rispetto ai loro cugini in forma liquida.
E bisogna quindi prestare attenzione alle formule e a chi ha la pelle particolarmente sensibile e reattiva per non farla seccare e irritare usandoli.

Altroconsumo, l’associazione in questione, ha testato diversi shampoo solidi ed è arrivata alla conclusione che la vera sostenibilità sta nel come questi prodotti si usano.
In parole povere, se anche si usa uno shampoo solido o un balsamo ma si consuma molta acqua mentre lo si usa per "scioglierlo" o per sciacquarlo, la differenza con uno shampoo tradizionale diventa irrisoria.
 Quindi va prestata molta attenzione al come questi prodotti vengono utilizzati.

Cosmetici che si "sciolgono" in acqua

Nascono sulla falsa riga dei cosmetici solidi, e prende spunto da altri settori (quelli della detergenza della casa) e il concetto è molto interessante perché mantengono le caratteristiche del cosmetico solido in merito al minor utilizzo di acqua di produzione e minore impatto nel trasporto, ma rispondono anche a quelli che sono alcuni "però" dell'utilizzo dei cosmetici solidi.

Certamente questo è applicabile ai soli prodotti per la detersione di pelle e capelli a risciacquo. Il cosmetico diventa quindi un "semilavorato" in compresse o in polvere, che non va usato tal quale ma va pre-miscelato in acqua in proporzioni ben definite per ricostituire il prodotto finito, riportandoci alle abitudini di utilizzo classico. Una vera sfida per il formulatore, perché bisogna pensare a tutti i tipi di acqua in cui il cosmetico andrà ad essere ricostituito.

Fonti:

https://mibellebiochemistry.com/biotech-beauty-how-lab-grown-ingredients-might-change-future-skincare

https://www.metabolic.nl/news/regenerative-agriculture-farming-in-natures-form


 

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